12 Dicembre 2019
UNESCO: COLDIRETTI, LA TRANSUMANZA E’ PATRIMONIO UMANITA’ LE VIE DEI PASCOLI ANCHE IN VENETO CON UNA LEGGE REGIONALE

UNESCO: COLDIRETTI, LA TRANSUMANZA E’ PATRIMONIO UMANITA’
LE VIE DEI PASCOLI ANCHE IN VENETO CON UNA LEGGE REGIONALE

La transumanza è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Il Veneto, ora, puo' far
valere le vie dei pascoli previste da un progetto di legge depositato in Consiglio regionale.E’ quanto
annuncia la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Comitato intergovernativo
dell'Unesco riunito a Bogotà, in Colombia per tutelare l’ antica pratica della pastorizia che consiste nella
migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi.
La candidatura della transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è
stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia, ma anche
al Nord dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli
Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia. Pastori transumanti
sono ancora in attività anche in Veneto e nell'area alpina in particolare in Lombardia e nel Val Senales in
Alto Adige.
Il voto positivo dell’Unesco – evidenzia la Coldiretti – certifica il valore della tradizionale migrazione
stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano
dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in
luoghi prestabiliti, noti come "stazioni di posta".
Un riconoscimento importante – sottolinea la Coldiretti – che conferma il valore sociale, economico,
storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto
che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un
milione di animali.
Il riconoscimento tutela un’attività ad elevato valore ecologico e sociale poiché – continua la Coldiretti –
si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della
biodiversità del territorio, dalla rustica pecora sarda alla pecora Sopravissana dall’ottima lana, dalla
Brogna con testa e gli arti privi di lana alla pecora Comisana con la caratteristica testa rossa, dalla
gigantesca Bergamasca fino a quella massese dall’insolito manto nero che rappresentano un patrimonio di
biodiversità il cui futuro è minacciato da un concreto rischio di estinzione.
A pesare sono i bassi prezzi pagati ai pastori, il moltiplicarsi degli attacchi degli animali selvatici, la
concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali ma anche del massiccio consumo di suolo
che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati proprio per la transumanza delle greggi
con pesanti ripercussioni sull’economia nazionale ma anche sull’assetto ambientale del territorio perchè
quando un allevamento chiude si perde – conclude Coldiretti – un intero sistema fatto di animali, di prati
per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il
degrado spesso da intere generazioni.
L’ Italia può contare su molti “tesori” già iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale
immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a
tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per
la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017),
la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l’“Arte dei
muretti a secco” sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia,
Slovenia, Spagna e Svizzera. Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – conclude la
Coldiretti – ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne
vanta il maggior numero a livello mondiale.
(Fonte Coldiretti Veneto).

 

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