2 Luglio 2010
Storica Assemblea Nazionale

ROMA E BRENNERO: VINCE IL PAESE VERO
Trevigiani presenti ad un'altra storica assemblea nazionale e in frontiera per una missione verità.
Più di 100 imprenditori trevigiani della Treviso che lavora, e non dei salotti bene, ha viaggiato tutta la notte  per raggiungere Roma e partecipare all’assemblea di Coldirettti, svoltasi il 2 luglio al Palalottomatica, intitolata in modo eloquente “Per una filiera agricola tutta italiana:  vince il Paese vero”. Con loro  il Presidente Fulvio Brunetta, il vice Nazzareno Gerolimetto, il direttore Enzo Bottos e tanti presidenti di zona, dirigenti, soci e funzionari. Tutti uniti in un unico sentimento che rende Coldiretti la vera forza sociale amica del Paese. Presenti all’assemblea anche i ministri Maurizio Sacconi, Giulio Tremonti e Giancarlo Galan oltre a vari governatori regionali compreso quello del Veneto, Luca Zaia. “Il presidente nazionale, Sergio Marini,  non ha fatto sconti a nessuno denunciando che la nostra agricoltura sta subendo due tipi di furti, quello di valore economico e quello dell’identità – sottolinea il Presidente Fulvio Brunetta –  Coldiretti imbocca la linea dura. La verità è che servono decisioni concrete per tutelare la filiera agricola italiana, renderla corta e immune dai millantatori e pirati del made in Italy”. Molto ruota attorno alla legge sull’etichettatura bloccata alla Camera. Dobbiamo ridare dignità a questo settore reale dell’economia nazionale. Il progetto Coldiretti è aperto a tutti coloro i quali lo rispettano e lo vogliano condividere. Le regioni hanno dal canto loro chiesto la convocazione degli stati generali dell’agricoltura? Siamo contrari alle ammucchiate fine a se stesse per dar vita a verifiche senza progetti. Coldiretti un progetto lo ha presentato da tempo”.

   

ECCO UN ESTRATTO SALINETE DELLA FONDAMENTALE RELAZIONE Del Presidente, Sergio Marini,

SENZA ETICA IL CIBO E’ TRATTATO COME UNA MERCE QUALSIASI
Le difficoltà delle imprese agricole sono il frutto dello stesso arretramento dell’etica sociale nel mercato. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza  che ha generato la crisi internazionale ed ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi,  come fosse un aspirapolvere o un frigorifero.
 
C’E’ UN CASO ITALIANO NELL’AGROALIMENTARE
La situazione di difficoltà dell’agricoltura italiana non dipende solo dalla crisi generale ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali sono sottoposte giornalmente le nostre imprese: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio il cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori. Secondo l'Eurostat dal 2000 al 2009 i redditi agricoli reali nel nostro paese sono diminuiti del 36% contro una crescita del 5,3% nell'Unione europea. Solo tra il 2008 e il 2009, Eurostat indica la contrazione in Italia pari al 21% rispetto ad una contrazione media dei redditi agricoli dell'11,6% nell'Unione europea.
 
LA LEVA DELLA COMPETITIVA E’ LA DIVERSITA’
L’unica leva competitiva possibile per il Made in Italy agroalimentare è quella di essere diversi perché migliori. La nostra diversità dipende dalla capacita di legarsi con il più grande ed inimitabile patrimonio che il mondo ci riconosce, i nostri territori, le nostre identità, il nostro straordinario paesaggio fatto di ambiente storia e cultura, il nostro cibo ed i suoi primati in termini di  sicurezza ambientale, sociale e sanitaria. Il problema è non farsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm.
3  CAPISALDI DI COLDIRETTI CON VALENZA ECONOMICA E SOCIALE
1)    Trasformare le nostre materie prime agricole in cibo  per aumentare il potere contrattuale nella filiera e sfuggire alla morsa delle speculazioni sulle materie prime stesse;
2)    Costruire un modello di rappresentanza di filiera che coinvolge cooperative e consorzi agrari perche il nostro cibo deve arrivare sino agli scaffali, altrimenti il nostro ben fare serve alle grandi marche solo per gli spot televisivi mentre noi vogliamo firmare i nostri prodotti i mettendoci la faccia;
3)      Il nostro è un progetto intriso di etica sociale, cibo come diritto, responsabilità del fare, trasparenza della filiera, interesse e aspettative della gente come priorità. Un progetto che rida dignità al settore che deve essere pesato ben oltre e piu’ di quanto tendono a dire i parametri economici. Questo approccio fa cambiare pelle alla Coldiretti che è diventata una forza sociale a tutto tondo che parte dagli interessi dei consumatori e diviene soggetto politico e interlocutore credibile delle istituzioni, sulla base di un progetto di crescita per l’intero paese.
 
LA POLITICA SCELGA TRA SERIETA’ E FURBIZIA
Alla politica chiediamo di saper scegliere tra chi investe, si impegna e innova e chi fa il furbo e vive di rendita. Non si può concedere, come purtroppo è successo, il titolo di Cavaliere a chi e’ cresciuto sfruttando all’estero l’immagine del Made in Italy costruita con il lavoro nei campi italiani di centinaia di migliaia di imprenditori agricoli, ai quali non è stato concesso alcun riconoscimento. La politica non deve essere né notaio né mediatore ma deve assumersi la responsabilità di decidere. Da parte nostra ci impegniamo a rimboccarci le maniche come dimostrano i passi da gigante che abbiamo fatto in un anno nel nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.

Tremonti: "L'agricoltura ha dato più di quanto ha ricevuto" 
 “L'agricoltura è la vera origine della ricchezza”. Ad affermarlo è stato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenuto all'assemblea della Coldiretti. “Senza l'agricoltura - ha proseguito - non ci sarebbero il commercio e l'industria. Non si speri di trovare risorse dal credito e dai finanzieri”. Secondo il ministro, il settore agricolo “ha sofferto durante la crisi ma ha retto meglio di altri” anche se “gli imprenditori agricoli nella bilancia tra il dare e avere hanno più dato che ricevuto”. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha invece annunciato l’intenzione di estendere la formula dei voucher anche al sistema dei farmer's market, i Mercati di Campagna Amica.

Nella foto, il presidente della Coldiretti Sergio Marini, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan alle prese con la pasta 100% italiana al superpomodoro.