Devono essere accuditi dagli allevatori che non possono lasciare le aziende
Stalle e caseifici lesionati o inagibili che sono stati costretti ad interrompere la raccolta del latte dalle mucche lasciate all’aperto nei pascoli nonostante le basse temperature. È quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti nelle zone terremotate dove si contano crolli, con stalle, fienili e laboratori inagibili ma si è anche aggravata la situazione dei fabbricati rurali lesionati a seguito del sisma del 24 agosto. Gli animali devono dunque essere accuditi dagli allevatori che non possono dunque trasferirsi lontano dalle abitazione. I sopralluoghi effettuati dalla Coldiretti hanno evidenziato che molti annessi agricoli sono crollati, moltissimi imprenditori agricoli si ritrovano con la casa, la stalla o i caseifici inagibili. Anche se le stalle più recenti, quelle costruite con criteri antisismici, non sono crollate si sono comunque verificati danni – spiega la Coldiretti - con le lastre di cemento armato che compongono il pavimento che non sono più incardinate e gli spazi tra l'una e l'altra si sono molto allargati. Il territorio tra Marche e Umbria colpito dal terremoto - sottolinea la Coldiretti - vanta molte eccellenze agroalimentari, dall’allevamento del Vitellone Bianco Igp al pecorino dei Sibillini, dalle lenticchie di Castelluccio alla patata rossa di Colfiorito fino al salame di Fabriano con il rischio che le lavorazioni di questi prodotti pregiati ora si interrompano con la necessità di annullare gli ordini ricevuti. In difficoltà anche l’agriturismo con il sisma che – continua la Coldiretti- ha colpito una azienda che già ospitava gli sfollati del precedente terremoto. La proprietaria non si è persa d’animo e sta collaborando con il comune alla distribuzione dei pasti. Una ulteriore conferma – conclude la Coldiretti - della grande forza d’animo della popolazione colpita.
28 Ottobre 2016
Sisma: Coldiretti, SOS animali, crollate stalle e caseifici