12 Dicembre 2019
MANOVRA: COLDIRETTI, AUMENTATI DI 10 VOLTE CAMPI DI CANNABIS

E’ importante fare chiarezza per tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di
sviluppo del settore con centinaia di aziende agricole che hanno investito nella cannabis e con i
terreni coltivati in Italia che nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del
2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018, nelle campagne dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla
Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. E’ quanto afferma
la Coldiretti in relazione all’emendamento alla manovra dove si stabilisce che la canapa con un
contenuto di tetraidrocannabinolo non superiore allo 0,5% non è considerata sostanza
stupefacente.
Un intervento legislativo opportuno – sottolinea la Coldiretti - per non frenare un settore in
grande sviluppo in tutto il mondo dopo la sentenza restrittiva emessa a fine maggio dalle
Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016.Nel pronunciamento della
Suprema Corte si sottolineava proprio “la possibilità per il legislatore di intervenire nuovamente
sulla materia, nell’esercizio della propria discrezionalità e compiendo mirate scelte valoriali di
politica legislativa, cosi da delineare una diversa regolamentazione del settore che coinvolge la
commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e
convenzionali”.
Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo
(Thc) si stima – continua la Coldiretti - un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di
euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di
aziende agricole. Non solo fumo, la coltivazione della cannabis in Italia riguarda soprattutto
esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio
antinfiammatorio alle bioplastiche, dai cosmetici all’alimentare. Tante sono infatti le varianti della

canapa nel piatto, dai biscotti e dai taralli al pane di canapa, dalla farina di canapa all’olio, ma
c’è anche chi usa la canapa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che
la birra. Dalla canapa si ricavano oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per
l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie
alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Se c’è chi ha utilizzato la canapa per produrre veri
e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo
che dal freddo, non manca il pellet di canapa per il riscaldamento – continua Coldiretti – che
assicura una combustione pulita.
Si tratta in realtà - rileva la Coldiretti – di un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era
più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il
secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino
– conclude la Coldiretti - è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom
economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna
internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.

 

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