In trevigiano De Zotti (giovani impresa): "un ruolo a rischio con le direttive UE senza logica"
“Sono proprio le nuove generazioni dell’agricoltura a svolgere un ruolo di presidio” - commenta il trevigiano Marco De Zotti delegato di Giovani Impresa Coldiretti Treviso e Veneto che definisce gli under 30 come vere e proprie “sentinelle” impegnate nella cura dei campi, per la bellezza dei luoghi al fine di attrarre turismo e conservare l’integrità paesaggistica. “Un compito molto delicato - spiega De Zottis - e importante, per una risorsa che abbiamo ricevuto dai nostri avi e che vorremmo poter lasciare ai nostri figli, consegnando un territorio sicuro dal punto di vista della presenza umana, della sicurezza idrogeologica, restituendo un paesaggio curato che possa essere vissuto dall’intera società e fruito anche da altre attività economiche in primis dal turismo.
Marco vigila sulle piste da sci delle Dolomiti, Margherita Eva nel piccolo comune di Tarzo controlla l’incedere del bosco coltivando fiori, Gianmarco mantiene i pascoli allevando le sue vacche da latte in Lessinia, Federica in Polesine monitora con le api l’equilibrio naturale del Delta del Po. Sono sempre di più i giovani veneti che con le loro aziende agricole localizzate spesso nelle aree marginali ccontribuiscono a salvare il 55% del paesaggio nazionale, garantendo una costante opera di manutenzione e tutela del territorio. E’ quanto afferma Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del paesaggio che si celebra il 14 marzo con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche legate alla valorizzazione dello stesso disegnato dalle produzioni agricole, inserite tra le colline pettinate dai vigneti gli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai pascoli ai terrazzamenti.
“Da anni i Giovani di Coldiretti in Veneto portano avanti un dialogo costante attraverso le Giornate di studio sul Paesaggio con le Università, la Regione del Veneto e con la società civile, convinti che questo aiuti anche le scelte quotidiane degli enti locali e di chi ha la responsabilità della sicurezza territoriale e ambientale”.
Una risorsa economica, ambientale e turistica del Paese – rileva Coldiretti – sulla quale pesano però gli effetti della cementificazione e dell’abbandono che hanno progressivamente indebolito la presenza degli agricoltori sul territorio. Basti dire che nel 1970 la superficie agricola totale rappresentava l’83% del territorio nazionale.
Agli effetti dell’erosione del suolo agricolo si aggiungono le follie dell’Unione Europea come la direttiva sul Ripristino natura, una legge senza logica che – conclude Marco De Zotti– andrà a diminuire ulteriormente la produzione agroalimentare, mettendo in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale.