VALENTINA GALESSO:”IN CAMPAGNA UNA SECONDA VITA DOPO LE CARRIERE SPORTIVE, CAVALLI CAMPIONI DI GENEROSITA’”
Laboratori didattici, spazi ricreativi, intrattenimenti ed ancora esercitazioni guidate, lezioni di educazione alimentare con gli agricoltori di Coldiretti nella grande scuderia allestita al padiglione numero uno della 126^ edizione di Fieracavalli in programma a Verona da domani 7 novembre fino a domenica.
Protagoniste le fattorie didattiche veronesi che garantiranno ospitalità a mille bambini in visita alla rassegna che è un punto di riferimento per il mondo equestre.
Alle varie iniziative come convegni, tavole rotonde e spettacoli parteciperanno le Donne di Coldiretti che con successo conducono attività imprenditoriali legate alla presenza degli animali in azienda: dalle fattorie solidali a quelle della tenerezza la relazione, soprattutto con i cavalli, assume un valore sempre più riconosciuto dalle famiglie.
“In particolare l’approccio con esemplari che vivono una seconda opportunità – spiega Valentina Galesso presidente di Donne Coldiretti Veneto - dopo carriere sportive e successi all’ippodromo, anziché correre il rischio di essere abbandonati a un triste destino trovano nelle stalle degli imprenditori agricoli la giusta accoglienza oltre ad una loro affermazione e un’utilità mai sperimentati prima”.
“Purtroppo la normativa in vigore non incoraggia gli agricoltori ad intraprendere questo percorso – sostiene Valentina Galesso che è anche titolare della Tenuta Va Oltre nel padovano - il cavallo non è un bene agricolo e di conseguenza la mancanza di un inquadramento legislativo porta inevitabilmente verso il macello animali che sono sempre stati abituati ad essere cavalcati e al contatto costante con l’essere umano e potrebbero esserlo ancora fuori dai campi gara. Nelle varie esperienze di diversificazione aziendale – dice Galesso – l’impiego di castroni, e cavalli adulti è molto richiesto per la vocazione di queste tipologie alla pet therapy. Un servizio che farebbe la felicità di molti, grandi e piccini per praticare i primi approcci. Le difficoltà delle procedure e i costi costringono molti operatori agricoli didattici, sociali e agrituristici a rinunciare”.
“Il sistema va cambiato perché la campagna può fare molto in questo senso. Il caso di Ronni, l’ultimo degli arrivati in fattoria è emblematico – racconta Valentina Galesso che si sta battendo a livello nazionale per superare questi ostacoli - il cavallo diventato cieco a causa di una malattia congenita ora è perfettamente a suo agio nel ranch regalando compagnia e gioia anche alle persone meno fortunate che con lui empatizzano particolarmente. Con il passare del tempo Ronni ha preso confidenza con il posto e i suoi nuovi amici a quattro zampe che lo aiutano a muoversi per trovare cibo, acqua e la socialità di cui necessita. Il connubio di queste attività permette di dedicarsi a progetti educativi dove la vulnerabilità di ognuno è accolta e riconosciuta anche come possibilità”.
Da questo punto di osservazione la pubblica amministrazione non è rimasta indifferente, diverse fattorie sociali sono state coinvolte nella ricerca condotta dall’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie che punta ad elaborare nuovi modelli organizzativi per operatori dei settori di Agricoltura Sociale e Interventi Assistiti con gli Animali incentrati sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. L’obiettivo di questa collaborazione è individuare insieme ai ricercatori un modello gestionale fondato sull’economia civile, in grado di offrire un servizio integrato con una ricaduta sulla comunità.
Le aziende agricole potrebbero essere viste, insomma, come realtà strategiche per i servizi socio-sanitari e i centri urbani vicini. In Veneto c’è un lavoro in corso per inserire le fattorie sociali nella programmazione sanitaria. Sarebbe una svolta matura che unisce imprese agricole tradizionali e non profit, verso percorsi sempre più professionali nel contrasto alle nuove povertà, al disagio minorile, e nelle politiche di inclusione lavorativa e sociale.