11 Maggio 2016
Carne alla riscossa contro allarmismi e mode

 Carne alla riscossa contro allarmismi e mode
A Torino la Giornata nazionale promossa dalla Coldiretti per dare voce a produttori e cittadini
Nel 2015 le campagne diffamatorie hanno portato a un crollo degli acquisti tra le famiglie

Quasi un italiano su dieci ha detto   completamente addio alla carne, ma  nel 2015 l'allarmismo si è fatto sentire  sull’ intera popolazione con gli acquisti  delle famiglie che sono crollati del  9% per il carne fresca di maiale, del  6% per quella bovina e dell’1% per  quella di pollo come pure per i salumi,  scendendo ai minimi  dell’inizio del secolo. E’ quanto  emerge dal dossier #bracioleallariscossa  presentato dalla Coldiretti  alla Giornata nazionale  della Carne italiana con migliaia  di allevatori e consumatori  insieme a operatori  dell’industria, del commercio,  della ristorazione, del turismo e  del mondo scientifico ma anche  cuochi e gourmet, dentro e fuori  il Centro Congressi del Lingotto a Torino  a difesa della carne sotto attacco  di allarmismi infondati, provocazioni  e campagne diffamatorie che colpiscono  un alimento determinante per  la salute che fa parte a pieno titolo  della dieta mediterranea, alla quale  apporta l’indispensabile contributo  proteico. Il 7,1% degli italiani si dichiara  vegetariano mentre la percentuale  di vegani ha raggiunto l’1% nel  2015 per un totale dell’8% di persone  che non mangia carne, una percentuale  in sostanziale aumento rispetto  all’anno precedente (erano complessivamente  il 5,9%), secondo le elaborazioni  Coldiretti su dati Eurispes.  Proprio nel 2015 la carne perde per la  prima volta il primato ed è diventata  la seconda voce del budget alimentare  delle famiglie italiane dopo l’ortofrutta,  con una spesa scesa a 97 euro  al mese e una incidenza del 22% sul  totale, che rappresenta una rivoluzione  epocale per le tavole nazionali.  Il risultato di un trend negativo in atto  da anni è che non si è mai mangiata  così poca carne in Italia dall’inizio del  secolo con il consumo apparente  degli statunitensi che è superiore a  quello nazionale addirittura del 60%,  quello degli australiani del 54%,  quello degli spagnoli del 29% e  quello dei francesi e dei tedeschi del  12% solo per fare alcuni esempi. Le  quantità di carne portate realmente in  tavola dagli italiani sono scese in  media a 85 grammi al giorno, ben al  di sotto del limite dei 100 grammi al  giorno fissato dai piu’ accreditati Istituti  di ricerca. La carne e i salumi  rappresentano importanti  fonti di proteine ed altri micronutrienti  solitamente assenti (vitamina  B12) o poco  rappresentati (zinco, selenio,  B2, PP) o scarsamente disponibili  (ferro) nei prodotti di origine  vegetale. Un alimento importante  soprattutto per i bambini  con la carne che è uno dei primi  cibi che si puo’ introdurre a partire  dal periodo di svezzamento perché  è fonte di nutrienti essenziali alla  crescita ed è anche facilmente digeribile.  L’assunzione è raccomandata  dall’Organizzazione mondiale della  sanità per soddisfare pienamente i  fabbisogni nutrizionali del bambini  dai 6 ai 23 mesi di età poiché le diete  a base di soli vegetali non ne apportano  a sufficienza, come hanno dimostrano  recenti episodi di cronaca che  hanno portato a ricoveri in ospedale.