17 Luglio 2019
Canapa veneta: è nato un nuovo gruppo operativo

Operazione Canapa al via per una vera filiera del benessere. E’ nato un vero e proprio Gruppo Operativo per la Canapa veneta. Un gruppo sorto attorno a diverse priorità e obiettivi per garantire al Veneto la produzione di una coltura che può trovare tantissimi impieghi virtuosi: dall’alimentazione umana a quella animale, dalla cosmesi all’abbigliamento. Il progetto è stato presentato venerdì 12 nella cornice della Sala Agricoltura della Corte Benedettina a Legnaro (PD).

A formare il Gruppo Operativo sono: l’associazione Polesana Coldiretti Rovigo, la Federazione regionale Coldiretti Veneto, Impresa Verde Rovigo s.r.l., Impresa Verde Treviso e Belluno s.r.l., il CREA CI Rovigo, l’Università di Padova Dipartimento Biomedicina Comparata e Alimentazione e tre aziende agricole: quella di Rigolin Christian di Fiesso Ubertiano (Ro), quella di Boccato Diego di Ceregnano (Ro) e l’azienda agricola Barban Elia di Castelfranco Veneto (Tv).

Produrre canapa nella filiera alimentare e agro industriale è il titolo della conferenza andata in scena venerdì, in cui sono stati presentati gli obiettivi del gruppo operativo:
1) Individuare la scelta varietale della canapa più idonea ad essere coltivata in Veneto e per la produzione del seme.
2) Utilizzo del seme in ambito zootecnico e più precisamente per l’allevamento del vitello a carne bianca. E’ scientificamente indicato il seme della canapa per i suoi benefici contenendo omega tre e sei. I semi di canapa sono tra i cosiddetti alimenti proteici perchè contengono tutti gli aminoacidi essenziali.
3) La verifica attraverso delle analisi, dopo la somministrazione ai bovini dei semi di canapa, sulle carni finali al consumo e sulle proprietà di esse . Con l’obiettivo di dar vita ad una vera filiera che arriva ad un prodotto finale ricco di sostanze nutrienti importanti soprattutto per le fasce considerate più deboli (bambini e anziani).
Il Progetto si articola nella sperimentazione agronomica e produttiva di diverse varietà di canapa nell’ambiente della pianura veneta, adattandone le tecniche agronomiche ed i processi di prima lavorazione, utilizzando le varietà meglio rispondenti alle caratteristiche pedologiche ed ambientali e alle finalità delle diverse trasformazioni finali del prodotto.

Il Piano, inoltre, punta a caratterizzare in termini analitici e qualitativi i prodotti della canapa per una più precisa definizione e valorizzazione del loro valore alimentare e delle potenzialità nella trasformazione zootecnica poichè uno degli obiettivi del progetto è produrre seme di canapa da impiegare nella razione alimentare dei vitelli da carne Bianca. Il seme di Canapa è a un alimento ricco di proteine e contenente tutti gli amminoacidi essenziali per la sintesi proteica. In particolare il seme è ricco di Omega 3 ed Omega 6 apportando al medesimo un valore nutrizionale unico rispetto ad altri alimenti di origine vegetale.

L’attività prevede 2 fasi di realizzazione per una durata pari a 3 anni e più precisamente dal 2019 al 2021.
Tante sono le varianti della canapa nel piatto, dai biscotti e dai taralli al pane di canapa, dalla farina di canapa all’olio, ma c’è anche chi usa la canapa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra. Dalla canapa si ricavano oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Se c’è chi ha utilizzato la canapa per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo che dal freddo, non manca il pellet di canapa per il riscaldamento – continua Coldiretti – che assicura una combustione pulita.

E’ in realtà, rileva la Coldiretti, un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino, spiega la Coldiretti, è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta. ll Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono.

“Oggi c’è un diffusa consapevolezza internazionale delle opportunità che possono venire da queste coltura ed è pertanto necessario è necessario su un tema così delicato l’intervento del Parlamento” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore.

 

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