8 Luglio 2015
ALLEVATORI TREVIGIANI A MONTECITORIO: A RISCHIO 33 FORMAGGI TIPICI E TRADIZIONALI della MARCA TREVIGIANA

“Treviso con i suoi 25 caseifici è una delle province con più formaggi tipici locali che rappresentano il valore e la distintività del made in Italy. Quindi per la Marca trevigiana la partita che si sta giocando, quella di bloccare l’idea di poter produrre formaggi senza latte, ha una posta in palio davvero elevata e di valore, anzi valori. Perché in gioco c’è la distintività del territorio, la professionalità delle imprese agricole, l’arte casearia di casa nostra”. Così interviene il presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin dopo la mobilitazione di stamane in piazza Montecitorio a Roma dove era presente anche una delegazione di giovani allevatori trevigiani. Intanto il via libera alla polvere di latte farebbe sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata stamane nel corso della manifestazione nella Capitale. “Allevatori, casari e consumatori insieme in piazza a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti - è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori”.
Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale - precisa la Coldiretti - che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse che detta la linea politica dell’Unione Europea.
“E’ in corso – aggiunge il presidente della Coldiretti trevigiana, Walter Feltrin - un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all’omologazione e all’appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Europea, che è stata purtroppo sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte)”. Si vuole porre fine - precisa la Coldiretti - al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione casearia nazionale. Il superamento di questa norma - continua la Coldiretti - provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy.
“La polvere di latte - spiega il direttore Antonio Maria Ciri - è un prodotto “morto”, privo di proprietà organolettiche, che puo’ arrivare da qualsiasi parte del mondo dove i maggiori produttori sono Nuova Zelanda e Stati Uniti mentre in Europa i leader sono Francia e Germania.La disidratazione consente di concentrare i costituenti del latte rendendoli conservabili a temperatura ambiente per oltre un anno e la tecnologia di produzione prevede che il latte, dopo essere stato corretto del suo contenuto di grassi, venga trattato termicamente con una perdita di valore biologico delle proteine del latte che può essere anche rilevante”.
L’Italia grazie alla tutela della legge nazionale ha conquistato un primato internazionale nella qualità e nella varietà della produzione di formaggi con ben 487 diversi tipi censiti a livello territoriale che lo scellerato comportamento delle lobby industriali rischia ora di far crollare, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Una azione - conclude Moncalvo - che apre le porte alle frodi, danneggia i consumatori italiani con l’offerta di prodotti di basso standard qualitativo con pesanti effetti sul piano economico, occupazionale e ambientale in un momento in cui l’Italia deve puntare sulle sue distintività per tornare a crescere.

ELENCO TIPOLOGIE dei 33 FORMAGGI TREVIGIANI A RISCHIO PRODOTTI DAI 25 CASEIFICI DELLA MARCA E NELLE MALGHE

Morlacco del Grappa
Malga Fresco e vecchio
Formaggio affinato nelle vinacce (imbriago)
Freschi e freschissimi
Caciotta molle con crosta
Latteria molle con crosta
Pasta molle con crosta fiorita
Pasta semidura
Pasta dura
Pasta filata molle
Pasta filata dura
Formaggi aromatizzati (pepe, peperoncino)
Formaggi aromatizzati (erbe, fieno, spezie)
Formaggi aromatizzati (fumo o affumicati)
Formaggi erborinati
Formaggi di capra coagulazione acida e presamica

DA UN CHILO DI POLVERE DI LATTE A 2 EURO SI OTTENGONO
- 10 litri di latte
- 15 mozzarelle da 125 grammi
- 64 vasetti di yogurt da 125 grammi
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

I FORMAGGI TRADIZIONALI A RISCHIO NELLE DIVERSE REGIONI
Regione Specialità
Lombardia 63
Piemonte 51
Campania 45
Lazio 40
Toscana 35
Veneto 33
Sicilia 26
Calabria 24
Sardegna 17
Puglia 17
Liguria 17
Friuli 15
Trentino 15
Abruzzo 14
Bolzano 14
Basilicata 13
Emilia-Romagna 12
Molise 12
Marche 11
Val d’Aosta 9
Umbria 4
Totale 487
Fonte: Elaborazione Coldiretti

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