18 Febbraio 2016
AGROMAFIE: TREVISO SUL PODIO DELLE PROVINCE VIRTUOSE

Treviso sul podio nazionale delle province con meno Indice di organizzazione criminale (IOC). La Marca trevigiana, infatti, risulta essere terzultima, con un punteggio di 0,5, nella speciale classifica elaborata dall’Eurispes, nell’ambito del quarto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Rapporto che viene stilato grazie a 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l’intensità, in una data provincia, del fenomeno dell’associazione criminale, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e di conseguenza sia di eventi criminali denunciati sia di fattori economici e sociali. “C’era molta attesa per questo rapporto – sottolinea il presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin – Vedere Treviso in una posizione di sostanziale sicurezza non deve certo far abbassare la guardia, ma soprattutto non significa che gli effetti elle agromafie non colpiscano i consumatori trevigiani. Allo stesso modo la domanda di made in Italy che proviene dall’estero e trova nella sua strada un’offerta dalla criminalità va a togliere posti di lavoro e possibilità di crescere proprio alle imprese agricole virtuose. Il valore del business delle agromafie è di 16 miliardi di euro che non vanno alle imrpese virtuose”. Dall’indagine si evince (vedi tabella ndr) che l’intensità dell’associazionismo criminale è elevata nel Mezzogiorno, ma emerge con chiarezza come nel Centro dell’Italia il grado di penetrazione sia forte e stabile e particolarmente elevata in Abruzzo ed in Umbria, in alcune zone delle Marche, nel Grossetano e nel Lazio, in particolar modo a Latina e Frosinone. Anche al Nord il fenomeno presenta un grado di penetrazione importante in Piemonte, nell’Alto lombardo, nella provincia di Venezia e nelle province romagnole lungo la Via Emilia. “La parcellizzazione delle imprese agricole trevigiane indebolisce la penetrazione della criminalità e favorisce la crescita qualitativa delle produzioni – aggiunge Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – Abbiamo dalla nostra anche i numerosi controlli che subiamo, dai campi allo scaffale, che non sono altro che una sicurezza per gli stessi consumatori finali”
Secondo uno studio della Coldiretti l’Italia è il Paese con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%) ma anche quello con le regole produttive piu’ rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea, dove si assiste ad un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l’identità degli alimenti. Senza dimenticare la decisione nazionale di vietare la coltivazioni di organismi geneticamente modificati (Ogm) fortemente sostenuta dalla Coldiretti il primato europeo con circa 50mila imprese agricole biologiche e la leadership nelle produzioni tutelate con 280 specialità a denominazione di origine (Dop/Igp).

Fonte: Eurispes

 

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