18 Novembre 2020
Vino: Coldiretti propone un piano straordinario di promozione del Made in Italy

In attesa della ripartenza post Covid la Coldiretti mette in cantiere progetti in grado di sostenere le imprese del settore vitivinicolo nella sfida dell’internazionalizzazione e propone un piano straordinario di comunicazione del Made in Italy e l’apertura di nuovi canali. Intanto grazie al pressing di Coldiretti il settore agroalimentare e del vino ha ottenuto negli ultimi provvedimenti di ristoro del Governo misure significative come la decontribuzione con l’estensione delle agevolazioni a tutte le aziende indipendentemente dal fatturato, ma anche interventi per ridurre le giacenze e incentivi agli acquisti di prodotti made in Italy” Lo ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, all’incontro promosso dal Comitato di supporto alle politiche di mercato del vino dell’organizzazione agricola su “La risposta dei mercati internazionali al Coronavirus”. Un convegno a cui hanno partecipato tra gli altri, con il presidente Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, l’enologo e coordinatore del Comitato, Riccardo Cotarella, Josè Rallo (Donnafugata) neo consigliere di amministrazione dell’Ice, il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

Prandini ha sottolineato il forte impegno a rafforzare le misure finalizzate all’internazionalizzazione che rappresenta la grande sfida delle imprese che vanno sostenute per aumentare la loro presenza sui mercati esteri. “Molto si deve ancora fare – ha spiegato Prandini – in termini di racconto per far percepire la qualità del made in Italy sui mercati nuovi, ma senza trascurare quelli storici”. Un risultato importante – ha detto il presidente della Coldiretti - è l’aver ottenuto con la nomina di Josè Rallo, per la prima volta un rappresentante dell’agroalimentare, e del vino in particolare, nel CdA dell’Ice. Strategica anche l’introduxione (la proposta partì proprio in occasione di un incontro promosso da Coldiretti) nelle ambasciate di una figura specifica per l’agroalimentare: i consiglieri diplomatici infatti già operano nelle principali sedi da Pechino a Tokio, da Londra a Washington. “Quando ci sono le idee – ha aggiunto –i risultati si vedono”. Secondo Prandini va rafforzata la logistica e occorre ridurre la burocrazia in particolare in questa fase in cui bisogna utilizzare le risorse nel Next Generation eu per investire sull’agroalimentare e sul vino. Evitando di perdere risorse così come si rischia con i 650 milioni dello Sviluppo rurale. Se le Regioni non spendono i finanziamenti questi devono andare in un Piano nazionale per evitare di restituire fondi a Bruxelles.

Gesmundo ha evidenziato l’importanza di conoscere i mercati e in questa direzione si muove il Comitato della Coldiretti che assicura il supporto alle aziende per accedere alle agevolazioni sulla promozione e ha ricordato che sono aperti tutti i bandi con sostegni fino al 60% degli investimenti sostenuti. Per il segretario generale della Coldiretti serve anche un piano straordinario della comunicazione per evitare che il vino perda quote nella ripartenza “la Coldiretti c’è in maniera forte, con la sua azione diplomatica” al fianco di tutte le aziende piccole e medie e grandi. Il settore più danneggiato – ha ricordato - è quello delle Dop e Igp che hanno il più elevato valore di vendita attraverso i canali Horeca. A tutte queste aziende guarda la Coldiretti per adottare misure che garantiscano liquidità e riducano le giacenze. Ha anche annunciato l’arrivo di un intervento per lo stoccaggio privato del vino.

ùJosè Rallo, consigliere nel Cda Ice, ha parlato del nuovo corso dell’Agenzia, improntato alla modernizzazione delle strutture alla collaborazione con le ambasciate, che ha dato vita a una “diplomazia economica”. Rallo ha ricordato anche la scelta del 2020 di aumentare i servizi e soprattutto di metterli gratuitamente a disposizione delle imprese con meno di 100 dipendenti.
Cotarella ha dato una iniezione di fiducia evidenziando che il vino italiano, nonostante l’emergenza Covid, nei primi otto mesi dell’anno ha aumentato del 3,5% l’export negli Stati Uniti a fronte di un crollo del 40% delle etichette francesi (che scontano anche l’effetto dazi risparmiati all’Italia) e del 18% della Spagna. Nel presentare i relatori collegati dall’estero, Gino Colangelo (USA), Simone Semprini (CINA) e Kostantin Pechtl (Germania), ha ricordato che in un momento delicato come quello che si sta vivendo è necessario conoscere ciò che sta accadendo e quali siano le sfide per il futuro da chi vive e in alcuni casi ha creato il mercato internazionale per il vino italiano. E non affidarsi agli improvvisati.

“Un anno orribile”, così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha definito il 2020 che vede sommarsi all’emergenza Covid una crisi economica generalizzata che mina il potere di acquisto dei consumatori. Una situazione che - ha affermato- rischia di scompaginare il settore del vino che comunque sa affrontare queste emergenze. Ma a pagare sono le piccole medie imprese di qualità, asse portante del vino nazionale. Il semestre Covid ha pesato sull’export italiano anche se la flessione dell’Italia è stata comunque più contenuta rispetto alla Francia.
Borriello ha lamentato le incertezze sulle politiche di tutti i Paesi. A partire dal Recovery Fund: a luglio sembrava che sull’Italia dovesse arrivare una pioggia di miliardi, oggi si parla di 20 miliardi ad aprile senza sapere ancora su quali iniziative e progetti si investirà-. Il direttore di Ismea ha però messo in luce anche le opportunità da cogliere, dalla liquidità al settore del vino alla decontribuzione “una mossa intelligente della Coldiretti”. Ha comunque lanciato un appello a sostenere gli investimenti fermi da 15 anni e che nell’agroalimentare sono calati del 40% dal 2006. Dalla nuova legge di bilancio si attende dunque un segnale di svolta della politica economica rivolta agli investimenti. Per Borriello poi va rivista anche la distribuzione macro e micro e in particolare su quest’ultimo fronte ha detto come sia stato importante l’impegno della Coldiretti per la vendita diretta per accorciare la filiera, una modalità su cui “bisogna lavorare”.

 

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