22 Gennaio 2020
Peste suina, bene il maxi sequestro di carne cinese a Padova, ora avanti con l’etichettatura

“Il maxi sequestro di dieci tonnellate di carne suina importata dalla Cina e potenzialmente pericolosa per la diffusione della peste suina conferma quanto ripetiamo da anni: legislazione e burocrazia non garantiscono un adeguato controllo sui prodotti che varcano le nostre frontiere. Mentre i nostri allevamenti sono sottoposti a decine di controlli severi e rigorosi, sul fronte della qualità e della sicurezza alimentare, dall’estero entrano nel nostro Paese prodotti senza alcuna garanzia. La Guardia di Finanza e l’Uls 6 di Padova hanno fatto un ottimo lavoro che va a beneficio dei produttori e dei consumatori”. Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova, commenta positivamente l’operazione che ha permesso di intercettare la carne importata illegalmente, violazione alle norme doganali e sanitarie, dalla Cina all’Olanda e quindi in un magazzino di Padova. “Più volte siamo stati al Brennero con i nostri allevatori per documentare come le frontiere siano un colabrodo e come il nostro Paese sia invaso da prodotti di dubbia provenienza che, oltre a rappresentare un’incognita per la salute pubblica, mettono in crisi con la concorrenza sleale il nostro settore suinicolo. Un motivo in più per spingere sull’etichettatura obbligatoria anche sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi. Il mese scorso –ricorda Bressan – è stata finalmente raggiunta l’intesa fra stato e Regioni, ora bisogna arrivare al più presto all’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate”.

In Veneto l’allevamento di suini e la produzione di carne vale oltre 200 milioni di euro e la nostra regione è terza in Italia con oltre duemila allevamenti e più di 640 mila capi (dati Ministero della Salute). Nel 2018 Veneto Agricoltura ha certificato una produzione di quasi 140 mila tonnellate di carne di maiale con un incremento del 2,4% sulla quantità ma un calo di fatturato del 9;5%. Padova è la terza provincia, dopo Verona e Treviso, per produzione con 23 mila tonnellate e un fatturato di oltre 34 milioni di euro. Riguardo al prodotto a marchio Dop, il prosciutto Veneto Berico Euganeo, prodotto anche nel Montananese, ha certificato come conformi 125 mila cosce. I prezzi restano deboli mentre la spesa per i salumi ha conosciuto una leggera crescita, trainata proprio dal prosciutto crudo. Aumentano però le importazioni di carni suine congelate (+10%) e fresche refrigerate (+3,8%). Le esportazioni di carni suine fresche, refrigerate e congelate sono calate invece del 23% ma rappresentano solo l’8% del totale. Tengono le posizioni invece le esportazioni sul valore delle preparazioni, come delle carni suine stagionate che di salami e insaccati, fra cui i prosciutti.

“Il sequestro di Padova – continua  Bressan – rivela le falle del sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi ma anche i ritardi a livello nazionale causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa 1 miliardo di chili di carni suine fresche e  congelate. L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”. Un impegno portato avanti dalla Coldiretti che è stata capofila nella raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa assieme ad altre organizzazioni europee.

Il provvedimento sull’etichettatura prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

 

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